Il complesso del santuario è costituito da un insieme di edifici, allineati lunga la parete calcarea del monte sellaro con la chiesa all’estrema destra. Oltre i primi edifici, c’è il panoramico porticato dal quale si gode una splendida vista sulla piana di sibari e che introduce alla chiesa, una costruzione seicentesca eretta su uno strapiombo.
La valle del raganello è tra le più suggestive d’Italia.
L ‘elemento paesaggistico più caratteristico è costituito dalle omonime gole, che si sviluppano per circa 15km fra parati rocciose e calcaree, che supera anche i 900m. La traversata delle gole del raganello è una piacevole avventura che si svolgerà tra salti, arrampicate e tuffi in un paesaggio incantevole.
L’antica struttura con le classiche torri bizantine si conserva ancora, nonostante i vari rimaneggiamenti eseguiti durante l’ampliamento della fortezza.
Così come la vediamo oggi, il castello è a pianta quadrangolare con grandi torrioni cilindrici di epoca aragonese, e molte belle sale interne, alcune con dipinti..
Gli scavi archeologici di sibari
I resti della celebre città della magna grecia sono stati riportati alla luce, tra il 1969 e il 1975. L ‘area dell’antica sibari è a NORD del corso attuale del fiume Crati.
Le zone di scavo, sono riverse e separate l’una dall’altra. Al centro di tutta l’area archeologica, al km 24 della superstrada 106 jonica, lato ovest si trova il parco del cavallo, il cantiere più vasto.
Nello strato superficiale, quello oggi visibile, affiorano i resti della città romana di Copia; nei livelli più profondi , invece, si trovano reperti ceramici e strutture riferibili alla città di Thurii “V secolo a.c.” e di sibari arcaica VII e VI secolo a.c.
Gli scavi archeologi di broglio,si trovano a trebisacce.
Tali lavori si sono svolti in collaborazione con diversi istituti ed enti e con la collaborazione “della sovrintendenza archeologica della Calabria e la cattedra di protostoria europea dell’università di Roma “la Sapienza”.
Tra i numerosi reperti, vi sono i frammenti di vasi, di argilla depurata e dipinta in stile geometrico Enotrio, grazie ai quali è stato possibile datare le ultime fasi di vita del villaggio (VIII secolo a.c.).
Con i suoi 192.565 ettari, il Parco Nazionale del Pollino è la più grande area protetta d’Italia tra la Calabria e la Basilicata, capace di offrire i paesaggi più svariati.
Grandi aree wilderness dove il pino loricato-vero emblema del parco- si abbraccia alle pareti di roccia mentre il vento ne modella la forma contorta, accanto ai paesaggi dolci delle valli, dei declivi lussureggianti di fiori a primavera, dei pianori esteisi dove si pratica la pastorizia antica.
A est e a ovest l’orizzonte incontra il mare, raggiungibile in breve tempo se pur presenta inponenti cime, qui regna il volo dell’aquila reale.